BIODANZA AL CPIA: la mia esperienza

Alcuni mesi fa, sono venuta a conoscenza di un progetto molto interessante condotto dalle colleghe sarde: un corso di Biodanza presso il CPIA di Oristano.
In qualità di educatrice con tanta esperienza, in particolare nell'ambito dell'integrazione di persone migranti, ho trovato veramente entusiasmante questa iniziativa, soprattutto perchè non coinvolgeva solo le persone migranti, ma anche gli abitanti del territorio.
I corsi del CPIA sono molto importanti per l'apprendimento della lingua italiana per i nuovi arrivati, ma ho sempre ritenuto che la vera inclusione trascenda la mera competenza linguistica, fondandosi sulla conoscenza reciproca e sull'interazione umana.
L'opportunità di introdurre la Biodanza in un contesto che coinvolgesse sia la popolazione migrante che la comunità locale ha suscitato in me un vivo entusiasmo. La presentazione dell'esperienza sarda, avvenuta durante un festival a Milano, ha costituito un'occasione propizia per valutare la fattibilità di replicare l'iniziativa nel nostro territorio. L'interesse manifestato dalla Daniela, docente del CPIA di Pioltello (MI), ha rappresentato un elemento fondamentale per la realizzazione del progetto.
Nonostante le consuete difficoltà burocratiche, superate grazie alla determinazione di Daniela, della sua collega Serena e al supporto di Viviana Geron, direttrice della scuola di Biodanza della Lombardia, ho ottenuto l'aggiudicazione del bando pubblico, dando il via all'attività.
Il corso di Biodanza, riservato a un gruppo di sole donne provenienti da diverse nazionalità, ha avuto luogo in un'aula del CPIA, adattata per l'occasione. L'assenza di barriere linguistiche, grazie al linguaggio universale della musica e del movimento, ha favorito un'atmosfera di condivisione e partecipazione attiva.
Il progetto è nato per favorire l'integrazione sociale e culturale, la creazione di una rete di supporto e il dialogo interculturale, valorizzando le diversità.
L'averlo riservato solo alle donne ha permesso di partecipare anche alle più timide, e a quelle provenienti da culture nelle quali la presenza degli uomini ne avrebbe resa difficile la partecipazione.
La risposta entusiastica delle partecipanti, testimoniata dai questionari somministrati e dalla richiesta di un nuovo ciclo di incontri, ha confermato l'efficacia dell'iniziativa.
La realizzazione di un video, a cura di Daniela e Serena, ha consentito di “catturare” le emozioni e i momenti salienti dell'esperienza. La Biodanza si è rivelata uno strumento prezioso per la costruzione di ponti interculturali consentendo di piantare un semino per la creazione di una comunità più inclusiva e solidale.
Al seguente link è possibile visualizzare le preziose risposte delle partecipanti al questionario di gradimento: